Nel 2017 espone al Palais de Tokyo a Parigi nella mostra collettiva Appareiller e nel 2018 inaugurerà la nuova sede della Fondation Galeries Lafayette a Parigi.
Sin da bambino il suo immaginario formale si nutre delle stravaganti sfilate del carnevale caraibico. Quell’avvicendarsi caotico di scene allegoriche e satiriche si riverbera nelle sue installazioni e nelle sculture-oggetto, degli ibridi al crocevia tra artigianato e design. L’atto creativo è per lui ad un tempo magico e mistico. Il suo lavoro rappresenta una sorta di emancipazione che gli consente di affrotare, con leggerezza e non senza una certa sensibilità, alcuni argomenti legati al retaggio coloniale che sono ancora un tabù.
Borsista dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, ha elaborato un progetto di ricerca sul tema della mascherata. Kenny Dunkan ama vivere nel suo tempo: secondo il teorico Mikhaïl Bachtin, la cultura popolare ha in ognuna delle sue tappe evolutive sempre fatto resistenza alla cultura “ufficiale”, elaborando una propria visione del mondo e delle forme proprie in grado di rappresentarla.
.
.